In ogni rapporto d’amore può esistere una gelosia sana che affiora naturalmente, contribuendo a rafforzarlo e ravvivarlo, e una gelosia morbosa, ossessiva, distruttiva, una gelosia che porta a comportamenti irrazionali che possono compromettere il buon funzionamento della coppia.
Questo tipo di gelosia si sviluppa inizialmente come un intenso stato emotivo, una voragine emozionale da cui ci si sente risucchiati e che riempie completamente anche il flusso dei pensieri. Insorge quando la persona si trova davanti a segnali di un possibile tradimento del partner, ma può affiorare anche senza un reale tradimento, in seguito a semplici supposizioni. Infatti, a volte, i rivali sono costruiti nell’immaginazione così come viene costruita, fantasticamente, l’infedeltà del partner. Questi comincia ad essere ossessivamente controllato, all’interno di una spirale di continua sospettosità che, nel tempo, assume le forme di una paura delirante. Si ha la necessità di sapere cosa ha fatto il partner durante la giornata attraverso domande che assumono la forma di un interrogatorio, a volte si indossano gli abiti di un detective per spiare e seguire il partner e per trovare, così, prove che confermino i propri sospetti. Nel tempo, la sospettosità può diventare così intensa da non riuscire ad essere sedata nemmeno davanti alle rassicurazioni del partner o a prove che attestano la completa fedeltà della persona amata. Questo, anzi, alimenta ancora di più il sentimento di sfiducia e di gelosia nella convinzione che non si è stati abbastanza bravi e attenti nel cercare le prove giuste e necessarie.
In questo modo la gelosia diventa un sentimento invasivo e distruttivo per la coppia. Paradossalmente porta all’allontanamento del partner, stremato dalle continue giustificazioni e dalla necessità di nascondere aspetti della propria giornata per evitare discussioni e litigi, e quindi alla concretizzazione della paura contro cui si lottava, la paura dell’abbandono. In effetti, i comportamenti ossessivi e irrazionali sono modi per neutralizzare la paura di essere abbandonati e poter conservare la piena esclusività con la persona amata, esprimono una profonda dipendenza affettiva e un bisogno di essere amati e di non rimanere soli. D’altronde, già Freud, esattamente un secolo fa, aveva affermato che la gelosia ossessiva e la dipendenza sono due facce della stessa medaglia. Successivamente le teorie sull’attaccamento hanno evidenziato che, spesso, l’origine di queste modalità relazionali è nell’infanzia e in rapporti che non hanno permesso al bambino di sperimentare la fiducia in se stesso e di sviluppare una buona autostima. Infatti la paura di essere abbandonato nasce dal timore di non essere all’altezza, di non essere degno d’amore.
Si può uscire da questa spirale disfunzionale che condanna alla solitudine e all’infelicità? È possibile se si accetta che si ha bisogno di aiuto, se si dà voce a quella parte bambina che aspetta di essere accolta e sentirsi degna di essere amata semplicemente per come è.
di Anna Cappuccio – psicologo clinico, psicoterapeuta